AIDA, una metamorfosi ancora possibile?

AIDA, la metamorfosi temporale del canale contrapposto alla staticità del contenuto.

AIDA, un modello diretto in versione contemporanea, parallelamente simultaneo all’ascisse temporale dell’attuale Marketing Mix, eppure sembra paradossale il termine “contemporaneo” considerato che AIDA compie la sua prima comparsa nel lontano 1898.

 
AIDA è tutto in quattro parole: Attenzione (Attention o Awerness), Interesse (Interest), Desiderio (Desire), Acquisto (Action). Ma sarebbe estremamente limitativo, riassumere un modello di tale ampiezza cognitiva in quattro parole. AIDA fu presentato per la prima volta dal padre fondatore Elias St. Elmo Lewis, per essere ripreso negli anni venti da E.K Strong, per poi divenire popolare a partire dagli anni Sessanta.

Può essere considerato un folle colui che ha l’ambizione di riprendere un modello talmente “vecchio” oggi nel 2017, mentre le piattaforme CRM avviano analisi dati mix per segmentare il target, profilarlo, capirne i desideri e avere l’ambizione di crearli? Oggi, in un epoca nella quale il Customer dev’essere pescato in Real time, incubato attraverso la Nurturing, fatto viaggiare con i touch points, possiamo ancora aprire quel vecchio scrigno e buttare sul tavolo una verità secolare come AIDA? Rispondo con piena convinzione, evitando qualsiasi forma di sofismo che AIDA, soprattutto oggi è più attuale che mai.

AIDA, nasce in un’epoca di forte matrice Behaviorista e sarebbe un errore di calcolo imperdonabile, tralasciare un dato di tale portata; non siamo nell’epoca di Skinner e dei suoi Box e nemmeno in quella di Weber o Watson, noi siamo i lascivi di Umberto Eco, ed AIDA nella sua piena identità ed interezza, diventa un modello secolare di successo solo se utilizzata qui ed ora.
La nostra epoca ha esaurito quasi tutti i benefit tangibili. 

L’intangibile incombe e le aziende combattono una guerra di colori per colpire un Customer ormai assuefatto, stanco, che per le strade della metropoli, cammina dritto a passo veloce, ignorando gran parte del mondo marketing che lo circonda. Si è assistito negli anni ad una naturalizzazione del Advertising e del Marketing. Pochi individui stabiliscono una scissione tra un albero ed una comunicazione pubblicitaria di tipo cartellonistico ed ecco, che le imprese soffrono la piena saturazione del Pantone, dichiarando intanto, il fallimento dei primi due punti dell’AIDA, l’Attenzione e l’Interesse.

L’impresa è lontana anni luce dalla speranza di essere ricordata nel caos con attività One Shot come in passato, ammettendo ancora una volta, la sconfitta di fronte al consumatore imponente, che porta con sé un portafoglio spesso di Multitasking come mai prima d’ora. La persona postmoderna è diventata immune alla pubblicità, a causa del bombardamento costante. Per sopravvivere a questi stimoli e messaggi incondizionati, di impossibile sopportazione per l’elaborazione mnemotecnica da parte dell’utente, la popolazione ha auto-creato una cartella immaginaria “Spam” dove cestina la gran parte dei messaggi che cercano di raggiungerlo da molteplici canali.

E come arrivare al Desiderio se nemmeno si è riuscito nell’impresa di essere ascoltati, ricordati, resi partecipi anche con qualche elemento o qualche schema mentale? Il primo passo verso la reale metamorfosi, capace di dare nuova forma all’azienda, per rimanere a galla, con lo scopo di oltrepassare le Colonne d’Ercole del pragmatismo del mero CRM, Account, Brand Manager, rimane ancora oggi l’attingenza a quelle risorse inconsce, nonostante, a causa delle nuove tecnologie, le aziende hanno subito una rivoluzione inversa, di dealfabetizzazione psicologica.

 AIDA insegna che è necessario seguire il percorso, poiché studiato dai padri fondatori, non su misura del Marketing, ma su misura della Psychè umana. AIDA trae la propria forza da questa sua peculiarità; non è stata creata come risposta ad un’esigenza di marketing, ma bensì fondata su una cultura S-R (Stimolo- Risposta) della Psyche umana, e con Psychè si intende una visione trasversalmente olistica, che tocca tutte le aree, partendo da quelle logiche razionali a quelle sensoriali, arrivando a quelle sensazionali per girare le manopole decisionali, basate sul desiderio e non solo.

Ciò che è stato perso per strada, è che qualsiasi forma di comunicazione, non importa che Content utilizzi, per che canale opti o quale forma intrinseca sviluppi, la partenza ed il ritorno devono essere verso la persona, un essere complesso, con forme psichiche proprie, forme mnemoniche di movimento e sensazioni. L’invito è di non fermarsi alla targhetizzazione, questo ha già portato alla saturazione totale e fallimento dell’intangibile. Le risorse che possiamo sfruttare per sorprendere, necessitano di ossigeno, aria nuova, e non potrà essere di certo l’accanimento al Marketing ad evolvere la comunicazione. 

Non è un caso che AIDA nasce da padri fondatori che trattano di Psicologia, Scienze comportamentali, Psicologia Sociale. La psicologia, l’empatia, la connessione con la sfera inconscia, sono gli elementi che potranno alfabetizzare le imprese che si sono appunto dealfabetizzate, credendo di operare per un principio di individualismo, ma inconsce loro stesse che l’unica accanita azione che hanno perseguito è stato quello di una cultura massificata. Per questa ragione, alcune Università luminari hanno introdotto argutamente le materie di Psicologia Generale e Psicologia Sociale in indirizzi di Economia e Marketing, Advertising, New Media ecc. 



Un esempio di AIDA contemporanea: Apple ha creato la sua fortuna grazie e soprattutto al suo padre fondatore, ma non soltanto perché Steve Jobs era un uomo carismatico, ma perché rappresenta l’eroe del capitalismo. Riprendendo AIDA, Jobs attira l’attenzione con la sua personale storia, che non perde occasione di raccontare.

Desta interesse, ma soprattutto emoziona, accende il Desiderio, regala un sogno. Steve Jobs, un uomo abbandonato dalla madre, figlio adottivo di una famiglia che con grosse difficoltà riesce a pagargli l’università, da solo nel suo garage lavora al suo progetto e ce la fa. Inconsciamente l’utente che ascolta questa Persona-Brand, un individuo che si ritrova a racimolare denaro per assicurare ai figli un’istruzione, che esegue un lavoro alienante, ritrova inconsciamente in Steve Jobs il proprio eroe contemporaneo, che gli promette che nonostante la sua posizione difficilmente mutevole in società, non bisogna disperare e magicamente un Iphone diventa l’Acquisto necessario da compiere, anche rateizzato non importa, per mantenere il legame con Jobs, con questo sogno proletaristico-borghese, dove gli ultimi diventano i primi e perché sì, anche se siamo immuni alla pubblicità, l’essere umano è psichicamente portato a non essere immune ai sogni anche se inconsci. 

Ringrazio per questo post la nostra collaboratrice CRM Specialist Valbona Demushi 

Resto disponibile alla mia pagina contattami, per qualsiasi necessità



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